Pasquale Belfiore
L’architettura del nostro tempo non diverrà l’architettura del tempo a venire (ne resterà deluso Mark Strand che aveva scritto: Nessuno se ne avvede, ma l’architettura del nostro tempo diviene l’architettura del tempo a venire). Non lascerà tracce rimarchevoli perché: è figlia delle avanguardie iconoclaste del secolo scorso; nel Novecento, non è stata (deliberatamente) la più duratura delle scritture; la specializzazione tipologica ha accorciato la vita degli edifici, lo zooning quella delle città moderne; l’affermarsi (sacrosanto) dei temi della sicurezza, dell’eco-compatibilità e del risparmio energetico metterà fuori gioco e fuori legge gran parte del costruito; tra materiali non durevoli o sperimentali, tipici della contemporaneità, rischiamo la perdita delle “cose” dell’architettura. Lascerà tracce non significative se continuerà a diffondersi la cultura della tutela e della conservazione.